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La città, gelosa del suo mare, sembra nasconderlo ai turisti.

Il turista che viene (o meglio, è venuto, dato che la stagione estiva è agli sgoccioli) a Trapani non lo fa – fidatevi di un Trapanese – né per vedere la rotonda di Piazza Martiri d’Ungheria, né tantomeno perché richiamato da chissà quale opera storica o di rilievo artistico: il turista arriva nella nostra città per il mare. 

E’ chiaramente il mare l’elemento che differenzia Trapani da tanti, forse da tutti gli altri luoghi turistici d’Italia. La nostra ‘falce’ offre mare per tutti i gusti: litorali rocciosi, sabbiosi e di ciottoli; acque profonde, adorate da chi ama nuotare e tuffarsi e acque meno profonde, adatte ai più giovani, ma pure per chi al mare va anche solo per rilassarsi. 

Abbiamo mare a perdita d’occhio. Così tanto mare che ne siamo circondati. Mare da un lato (Via Dante Alighieri) e mare dall’altro (via Ammiraglio Staiti). 
Abbiamo spiagge sabbiose così dorate da far concorrenza a quella che è stata dichiarata la spiaggia più bella d’Italia, quella del vicino comune di San Vito lo Capo. 
Abbiamo un litorale che, partendo dal centro storico (dalla punta più occidentale dell’isola, Torre Ligny), percorre tutta la città e si protende verso i territori di Casa Santa, poi San Cusumano, Pizzolungo e così via.
Abbiamo un porto che dopo i famosi lavori del 2005, in occasione dell’America’s Cup, permette l’ormeggio anche di grandi navi da crociera. Navi che non di rado, in effetti, è possibile ammirare anche semplicemente passando di sfuggita dalla zona antistante la Dogana.

Abbiamo tutto allora? 
Chiaramente no, perché se così fosse, Trapani non potrebbe trovarsi spazzata all’ultimo posto del pur discutibile sondaggio pubblicato a Gennaio da ItaliaOggi, non potrebbe essere una realtà in regresso, non potrebbe essere un posto dal quale i nostri genitori ci invitano a scappare per mancanza di un futuro possibile, non potrebbe permettere che sia ancora in voga tra i ‘cugini’ di Marsala il famoso detto ‘Se Marsala avisse u porto, Trapani fusse morto’…

Un problema c’è, è innegabile. E non è nemmeno così nascosto come le autorità comunali da tanto tempo a questa parte ci vogliono fare credere. 
A Trapani non ci sono i locali che sfruttino il mare. Il turista vuole vedere il mare, tanto mentre mangia un piatto di cous cous, quanto mentre gli viene servita una pizza, ma anche mentre prende una granita o un cocktail. Tanto alle dieci di mattina, quanto al tramonto, ma anche di sera. E dove sono allora gli ambiziosi progetti di ristoranti su palafitte? Dove le pizzerie che permettono di gustare il piatto italiano per eccellenza guardando la luna che si riflette sullo specchio buio e profumato del mare? Dove i bar che consentono di consumare comodamente seduti su un lettino posizionato già sulla spiaggia? 

Perché il ‘serpentone’, poco prima della Caserma dei Vigili del Fuoco, è rimasto non utilizzato, salvo sporadici avvenimenti, fino ad ora? Sarebbe poco attraente forse stare a chiacchierare con amici, stuzzicare qualcosa, in un moderno ed estivo bar, gettando di tanto in tanto un’occhiata al mare lì di fronte, che illuminandosi ora dell’arancio dei caldi raggi solari, ora del bianco candido di quelli lunari, sarebbe capace di far innamorare tutti della nostra bella città? 

Negli anni ’70/’80 era famosa un’auto: la Puma GT. Motore del Maggiolino, telaio da Ferrari. Tutto fumo e niente arrosto, insomma. 
Trapani, la città un po’ pigra, un po’ assonnata, è diversa dalla Puma GT. E’ diversa perché le potenzialità, il motore e il cuore sono da Ferrari, la realtà, il telaio e il percepibile sono da Maggiolino. 
Scassato, tra l’altro. 

[Ignazio Corte]

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