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Dopo vari tentativi, una teleconferenza durata oltre 20 ore, l’Eurogruppo è riuscito a trovare un accordo sulle misure economiche da prendere per rimediare all’impatto economico del coronavirus.
Il pacchetto prevede un piano da 540 miliardi di euro al fine di supportare gli Stati membri con il MES, le aziende con la Banca Europea degli Investimenti (BEI) ed i lavoratori con il nuovo strumento istituito dalla Commissione europea il SURE.
I leader discuteranno nei prossimi giorni il piano di ricovero e la possibilità di utilizzare i cosiddetti coronabond.

Partiamo dal principio, cos’è l’Eurogruppo?
L’Eurogruppo è una riunione che si tiene mensilmente fra tutti i Ministri delle finanze dell’eurozona per garantire il coordinamento delle politiche economiche e favorire una maggiore crescita economica.

I ministri delle finanze e i leader dell’Unione si erano già riuniti due settimane fa per rispondere in maniera coordinata alla crisi economica del COVID-19, ma senza giungere ad una conclusione.

Ci si aspetta che il virus abbia un impatto nell’economia ancora più importante rispetto alla recessione del 2009, quando l’economia dell’UE crollò del -4.3%. La Banca Centrale Europea stima che l’economia dell’eurozona potrebbe crollare del -10%, per cui sono urgenti investimenti volti alla tenuta dell’intera Unione.
I leader a Bruxelles, Berlino, Parigi, Roma e Madrid ribadiscono che il coronavirus è la più grande sfida che l’Europa sta fronteggiando dalla Seconda Guerra mondiale.
Le conseguenze potrebbero essere devastanti per il mercato globale del lavoro e l’Organizzazione Mondiale del Lavoro (ILO) ha messo in guardia tutti gli stati.

Quali sono i punti cruciali?

Il MES e i Coronabond.

Il MES è il Meccanismo Europeo di stabilità e fu creato durante la crisi del 2008 per aiutare i paesi più in difficoltà (come la Grecia, sull’orlo del fallimento, alla quale, grazie al MES, venne concessa una grande liquidità per un supporto economico, ma a rigide condizioni di austerity).

Questa notte si è giunti all’accordo, la condizione nella concessione del MES è di limitare i fondi alla copertura delle spese relative alla sanità in risposta al coronavirus, direttamente o indirettamente.

I coronabond sono dei titoli obbligazionari con cui viene creato un meccanismo di distribuzione del debito comune a tutti gli Stati membri.
Si parlò degli eurobond nel 2011, ma non si giunse ad un accordo, perché il progetto originale prevedeva la ridistribuzione del debito di uno stato membro fra tutti i paesi dell’eurozona.
Molti Stati solidi, non erano disposti a farsi carico del debito di altri paesi dell’eurozona.
Questa volta, invece, gli eurobond sono concepiti come creazione di nuovi titoli di credito, in modo che il nuovo debito possa accumularsi non a livello nazionale, bensì a livello europeo (o meglio, dell’eurozona). L’idea sarebbe dunque quella di ridistribuire questi titoli di credito agli stati membri più in difficoltà in questo periodo.

La divisione fra il blocco del Sud – costituito da 9 paesi, tra cui Italia, Francia, Spagna e Portogallo – ed il blocco del Nord – costituito da Paesi Bassi, Germania, Austria e Finlandia – è una divisone politica, non economica.
I rappresentanti di ogni Paese guardano al proprio elettorato piuttosto che all’interesse economico comune, siamo in una fasi di crisi dei valori europeisti che hanno portato alla creazione dell’Unione.
Concedere gli eurobond apparirebbe infatti scomodo ai paesi del blocco del nord in quanto dovrebbero giustificare a buona parte dell’elettorato di essere stati così permissivi nei confronti dei paesi più svantaggiati del blocco sud (i quali in effetti hanno criteri di spesa differenti rispetto al blocco del nord).

Martina Paterniti

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