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Il 2 aprile, da 37 anni, è per Trapani una data dolorosa, una data di memoria, di prese di posizione e di impegni: l’anniversario di quella che è passata alla storia come “la Strage di Pizzolungo”.

Il 2 aprile 2022 noi di Trapani per il Futuro lo viviamo nella nostra nuova sede: impegnati in pulizie e lavori per rendere fruibile questo spazio, non possiamo che pensare a cosa significhi la nostra presenza in questo luogo, in questa giornata più che in ogni altra.
Quella che oggi è la nostra sede e il Centro di Documentazione Contro le Mafie era infatti la casa del capo mandamento della mafia di Trapani Francesco Pace, posta sotto sequestro e inquadrata nel progetto di riqualificazione dei beni sequestrati alla mafia “DA COSA NOSTRA A CASA NOSTRA”.

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L’autostrada che dall’aeroporto di punta Raisi porta a Palermo viene sventrata e, in una voragine larga venti metri, vengono ingoiate le vite dei magistrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e degli agenti della scorta Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo.

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La giornata dell’1 maggio del 1947 viene segnata da una strage che macchia di sangue Portella della Ginestra – località nell’entroterra della provincia di Palermo, tra Piana degli Albanesi e San Giuseppe Jato.
Secondo le stime ufficiali, tra le vittime si contano 11 morti e 27 feriti.

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La mattina del 2 aprile 1985 un boato scuote fino alle viscere la città di Trapani. Si pensa ad un terremoto e, per certi versi, un terremoto ci fu: un terremoto di mafia che sconvolse un’intera città e che dopo 36 anni continua ad echeggiare sulla strada provinciale che collega la costa di Pizzolungo a Trapani. In quella che da allora viene ricordata come “strage di Pizzolungo” rimasero uccisi Barbara Rizzo, Giuseppe Asta e Salvatore Asta.

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